Così Pasolini commenta su “Vite Nuove”, periodico comunista, la morte del fratello Guido; partigiano ucciso dalle truppe di Tito al confine con la Jugoslavia:
(…) Che la sua morte sia avvenuta così, in una situazione complessa e apparentemente difficile da giudicare, non mi dà nessuna esitazione. Mi conferma soltanto nella convinzione che nulla è semplice, nulla avviene senza complicazioni e sofferenze: e che quello che conta soprattutto è la lucidità critica che distrugge le parole e le convenzioni, e va a fondo nella cose, dentro la loro segreta e inalienabile verita’”
Pasolini fu precursore in tante cose.
In questi ultimi anni nella politica e nella società si è potuto notare una progressiva rincorsa a semplicismi, populismi e punti di vista consolatori…da 28enne non so dire se sia stato un “nuovo” impoverimento culturale o solo un emergere di superficialità che già c’erano, ma che non avevano ancora trovato sfogo con i vecchi media.
Qualunque sia la verità, proviamo a ricercare questa lucidità critica che distrugge le parole e le convenzioni, e va a fondo nelle cose. Abbiamo sicuramente più strumenti utili alla ricerca di quanti ne avesse Pasolini ai suoi tempi.