Processo a The Pirate Bay

In questi giorni si sta compiendo il processo contro The Pirate Bay (TPB) in Svezia fra alcuni rappresentanti della major (non ho trovato info riguardo chi sia rappresentato nello specifico) e i 4 responsabili di TPB, Peter Sunde, Gottfrid Svartholm Warg, Fredrik Neij e Carl Lundstrom.

Seguivo con poca attenzione le notizie che rimbalzavano nel mio feed reader fino a che mi sono imbattuto in un topic sul forum di ubuntu-it. Ho iniziato a leggere le traduzioni dei testi pubblicati su torrentfreak.com fatte dal gentilissimo Senbee. Questi 4 ragazzi sono geniali, oltre ad avere – per ora – smontato tutti gli argomenti dell’accusa si sono lasciati andare più volte a battute da geek/nerd spettacolari 🙂 . Sembra però fin troppo facile ironizzare sulla robustezza e competenza dell’accusa 😀 . Il tutto è molto divertente anche perchè avviene “live” dall’autobus adibito apposta e vengono usati strumenti come blog, twitter e lo stesso sito thepiratebay.org per amplificare il messaggio. Famoso è il tweet di brokep (Peter Sunde) “EPIC WINNING LOL” .

Qualche esempio? (direttamente dalla traduzione di Sanbee):

Peter Danowsky contesta gli argomenti della difesa per cui TPB non avrebbe fondi e non potrebbe pagare i danni. Chiama TPB “crimine organizzato su larga scala” che dispone al netto di “significanti entrate”. “Se ho tutti i soldi che dicono, allora mi sa che qualcuno me li ha rubati”, ha commentato Peter Sunde su Twitter durante una pausa. “Forse <non riescono a pagare> tutti i soldi richiesti, ma comunque una buona parte” ha detto Danowsky. I danni richiesti alla difesa ammontano a 117 milioni di corone (10,7 milioni di Euro).

Fredrik è stato sentito anche a proposito della sua relazione con il pubblicitario Oded Daniel. Quando l’accusa ha chiesto se Oded sia mai stato implicato in aspetti tecnici di TPB, Fredrik ha risposto: “No, non sa fare. Usa Windows, quindi…” A questo punto nella diretta audio si sono sentite delle risate, ma non provenivano dall’aula, bensì dal lounge di ascolto, nella porta accanto, dove sono alloggiati i blogger.

Ha chiesto delle relazioni tra Fredrik e altri siti di torrent, chiamati OscarTorrents ed EurovisionTorrents. Fredrik ha negato di essere mai stato personalmente coinvolto in alcuni di essi. Notando l’infrazione del protocollo, la giuria ha chiesto se per la corte ciò fosse accettabile, visto che tali prove non erano state presentate alla difesa prima del processo. Monique Wadsted si è messa a urlare, cercando di zittire la giuria, ma questo non le è stato di molto aiuto. A questo punto la corte ha chiesto una pausa. Dopo la pausa, l’avvocato della IFPI, Peter Danowsky, ha continuato a sentire Fredrik. Ha cercato di inchiodarlo leggendo un’email di Fredrik, ma quest’ultimo ha fatto notare che l’email era un reply, e che il testo citato dall’avvocato era quotato, il che significa che tale testo non era la parte dell’email scritta da Fredrik.

Roswall(avvocato dell’accusa), cercando probabilmente di parlare nello stesso “linguaggio” in qualche modo tecnico dei difensori, si è un po’ bloccato. “Quando ha incontrato Gottfrid per la prima volta IRL?”, ha chiesto. “Non usiamo l’espressione «IRL»”, ha detto Peter, “usiamo AFK.” “IRL?”, ha chiesto la giuria. “In Real Life (nella vita reale)”, ha spiegato l’Accusa alla giuria. “Non usiamo questa espressione”, ha fatto notare Peter. “Tutto avviene nella vita reale. Usiamo AFK – Away From Keyboard (lontano dalla tastiera).” “Beh”, ha detto Roswall, “a quanto pare non sto molto al passo coi tempi”.

Un grazie a Sanbee per le traduzioni (sono veramente lunghe) e vi invito a seguire il processo nei prossimi giorni perchè c’è da spanciarsi dalle risate 🙂 . Come è stato detto anche nel forum l’impressione è che i dinosauri delle etichette musicali si scontrino con un mondo che non conoscono minimamente e che 4 ragazzi dall’umorismo geek riescano a tenerli a bada. C’è da dire anche un altra cosa però; leggendo un pò di argomenti dell’accusa e relative strategie difensive è facile capire come la posizione di TPB è quasi inattaccabile (almeno per ora), chi si è accorto di questo probabilmente non ha accettato di far parte dell’accusa…chi invece non se ne è accorto (è probabile per scarsa conoscenza della materia) è lì a dire castronerie.

Era da un pò che ragionavo su queste cose ma non riuscivo a venirne fuori, come dovrebbe cambiare il mondo della musica per mettersi realmente al passo con i tempi? I download legali a pagamento sono veramente l’unica soluzione?

Sempre il solito Sanbee oggi mi ha illuminato. Nell’era digitale il rapporto fra cliente ed editore non ha raigione di esistere. L’ascoltatore (o fan) e il cantante possono avere un rapporto diretto grazie a internet. Internet non decreterà la fine della musica, ma probabilmente decreterà la fine della distribuzione a pagamento della musica, i cantanti troveranno metodi alternativi di remunerazione come concerti live ecc… i quali sono la vera natura della musica. Il progresso tecnologico ha tante volte decratato  come vecchi alcuni settori lavorativi, perchè questi signori delle case discografiche non se ne vanno dignitosamente e smettono di prendere in giro i consumatori?

Ultima domanda non retorica a cui vorrei veramente una risposta…perchè i cantanti non si danno una svegliata?

2 risposte a “Processo a The Pirate Bay”

  1. Perchè i cantanti non si danno una svegliata? perchè rischiano di passare da un contratto milionario fisso e sicuro ad un….grosso interrogativo. Perchè mai dovrebbero rischiare?

    E perchè secondo te i signori delle case discografiche non se ne vanno dignitosamente? Semplicemente perchè il giorno dopo non condurrebbero piu’ la dignitosa vita cui si sono abituati in questi decenni.

    Perchè mai cambiare quando cambiando perderesti tanto (tutto)?

  2. Ai signori delle case discografiche conviene mantenere lo status attuale…era una domanda retorica la mia ovviamente 😀
    Il cambiamento da parte dei consumatori mi pare stia avvenendo…da parte degli artisti no e non ne capisco bene il motivo. Non sono così sicuro che la situazione attuale protegga l’artista…forse lo fa per i grandi big, ma fossi io artista cercherei di non farmi prendere in giro da case discografiche o da SIAE varie…

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