Oggi un anno fa partivo per il mio viaggio più lungo di sempre, sei settimane fra Grecia, Turchia e Georgia.
Nulla di eccezionale ovviamente, c’è chi fa viaggi ben più belli, lunghi e coraggiosi dei miei e ringraziamo i social per permettere di farci ispirare l’un l’altro.
È stato in ogni caso il mio viaggio più lungo e più importante, anche se non il più bello o il più significativo per forza.
È servito per confermare che viaggiare serve, ma non va fatto a tutti i costi.
Va fatto nel momento giusto, con la modalità giusta e magari nel posto giusto, come se il viaggio fosse uno di mille altri possibili mattoncini che abbiamo a disposizione per fare delle nostre vite qualcosa di cui essere soddisfatti e felici.
Ora non ripartirei per sei settimane da solo, un anno fa si.
L’anno prossimo forse.
Occorre però rimanere sempre in ascolto di noi stessi per capire esattamente quando sia il momento giusto, quale sia la modalità giusta e la destinazione giusta.
Viaggiare è un’arte diceva Tiziano Terzani, in quanto arte tutti in potenza siamo capaci o destinati a praticarla, ma va curata, amata e vissuta con passione, ognuno a suo modo.
L’incontro con il diverso è qualcosa di primordiale su cui basiamo la nostra stessa esistenza biologica; suggerisco di basare anche la nostra esistenza razionale, relazionale e di società sull’incontro per riuscire a trovare meglio il nostro posto in questo mondo.
Su questo dovrebbe basarsi il Viaggio